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Trapiantare e coltivare l'Evodia Daniellii, meglio conosciuta come “albero del miele” per la sua ottima produzione nettarifera, nel proprio frutteto è un gesto dall'alto valore ecologico. Dalla crescita rapida, ma dal legno resistente, dalla fioritura duratura e dalla resa estetica, oltre che ecologica, ecco tutti i motivi per coltivare l'evodia daniellii o albero del miele nel vostro giardino!
Trapianto e coltivazione
L’Evodia (Tetradium daniellii) appartiene alla famiglia delle Rutacee ed è una piantina originaria dell’Asia orientale. Diffusa dalla Cina al Giappone, ma anche in Africa e perfino in Australia, è arrivata fino alle Americhe e in Europa grazie all’opera dei botanici e agronomi che hanno provveduto a diffonderne gli esemplari.
La particolarità dell’Evodia che la rende così speciale è che fiorisce tra la seconda metà dell’estate e il primo autunno, a seconda delle zone, mantenendo a lungo la sua bella fioritura.
Si tratta di una pianta versatile, adattabile, che cresce bene in tutte le regioni d’Italia. Non c’è bisogno di un terreno particolare: andrà bene anche un suolo argilloso, acido o basico, o perfino sabbioso. Certo: se ne avete la possibilità, sceglietene pure uno fertile: l’importante è che non sia troppo umido.
Il suo apparato radicale si sviluppa in profondità, per cui l’albero del miele non teme i lunghi periodi di siccità né le basse temperature invernali. Un piccolo portento nel vostro giardino!
Scegliete una zona soleggiata o a mezz’ombra, e trapiantatela preferibilmente in autunno (in alternativa, non preoccupatevi: andrà bene un trapianto in qualunque periodo dell’anno).
Fate particolarmente attenzione ai ristagni idrici, unica vera avversità che questa pianta teme. Per il resto, l’albero del miele è noto per la sua resistenza anche a parassiti e malattie.
Le potature sono semplicissime: tagliate tutti i rami fino all’altezza di due metri solo nei primi anni. Successivamente, non saranno più necessarie.
Evodia: risorsa per le api e amica dell’ambiente
I fiori di questa pianta, piccole “ninfee” bianche che si raggruppano in infiorescenze fino quasi a sembrare un unico grande fiore, oltre a essere durevoli e di bell’aspetto, sono una risorsa inimitabile per le nostre amiche api: con il nettare di soli tre fiori di evodia, ognuna di queste piccole operaie può tornare all’alveare per il deposito (per quanto riguarda le altre specie, si tratta di visitare anche ottanta fiori).
Tali gruppi di fiori contano sia quelli maschili che femminili: non v’è dubbio, dunque, che vengano impollinati.
Oltretutto ,la fioritura tardiva e duratura rende disponibile il nettare quando il polline delle altre piante ormai scarseggia.
Insomma, una piantina unica e indispensabile per le api, gli apicoltori e per l’ambiente intero!
In ottobre vedrete comparire i primi piccoli frutti di questa pianta: piccole bacche color arancio che, una volta seccatesi e cadute a terra, con i loro semi oleosi andranno a fertilizzare nuovamente il suolo.
Siete pronti all’emozione di coltivare l’albero del miele nel vostro frutteto domestico?